È arrivato alle battute finali il progetto di agricoltura sociale denominato Social Cast. Ha coinvolto cooperative dell’Amiata, due Università toscane e due aziende agricole che puntano anche su attività sociali
Social Cast è un progetto che ha mosso i suoi passi sul Monte Amiata. Le attività, strutturate e promosse nei mesi scorsi, ha coinvolto un buon numero di utenti con varie forme di difficoltà e adesso è tutto pronto per il convegno finale, in programma sabato26 ottobre al Castello Aldobrandesco di Arcidosso. Questo progetto, denominato “Castanicoltura Social – Social Cast” si inserisce nel Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 della Regione Toscana – Bando della sottomisura 16.9 “Diversificazione attività agricole in attività riguardanti l’assistenza sanitaria, l’integrazione sociale, l’agricoltura sostenuta dalla comunità e l’educazione ambientale e alimentare” – Annualità 2022.
Per far decollare le attività è stata costituita una RTI (Rete Temporanea di Imprese) composta da 6 partners che sono la Cooperativa di Comunità Il Borgo di Montelaterone (comune di Arcidosso) che è anche Capofila, Il Quadrifoglio Sociale Cooperativa Sociale di Arcidosso, l’azienda agricola di Francesco Monaci che si sviluppa sui comuni di Castel del Piano e Seggiano, la società agricola Amandula (Castel del Piano), l’Università degli Studi di Pisa con il Dipartimento di Scienze Veterinarie e il DAGRI dell’Università degli studi di Firenze. Il costo complessivo del progetto è di 183.132 euro, in parte finanziato.
GLI OBIETTIVI DEL PROGETTO
L’obiettivo generale del progetto è la sperimentazione e lo sviluppo della castanicoltura sociale come strumento di diversificazione integrata nei territori montani come quello amiatino, attraverso la strutturazione di una rete integrata fra servizi sociali, soggetti della ricerca e mondo agro-rurale. In particolare, si individuano le aziende castanicole professionali e i castagneti da frutto coltivati come siti esclusivi per la sperimentazione e la diversificazione agro sociale, partendo dal fatto che i castagneti sono dei “boschi parco” adatti anche al “forest bathing” e quindi altamente idonei all’accoglienza inclusiva dei soggetti svantaggiati; per i castanicoltori, invece, è fondamentale diversificare le fonti di reddito, proprio per il mantenimento della loro attività, a seguito delle problematiche produttive determinate dai cambiamenti climatici. In maniera ancora più specifica l’obiettivo è incrementare tra i soggetti partecipanti l’autonomia, le abilità relazionali e manuali, potenziare le competenze comunicative, cognitive ed espressive della persona.
COSA DICONO I PROMOTORI
“Un progetto come SOCIAL-CAST – commenta il coordinatore tecnico del Progetto il Dottor Giovanni Alessandri, tecnico Agricis – lascerà il segno sul territorio. Inutile dire che siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti, e non parlo solo per i soggetti che hanno usufruito dei servizi, ma anche della rete territoriale che si è creata, andando a recuperare una tradizione come quella castanicola nel segno dell’innovazione e legando le attività rurali e sociali della montagna.”
“Il Progetto SOCIAL-CAST – afferma Stefania Cassani, presidente della Cooperativa di Comunità Il Borgo e Capofila del Progetto – rappresenta una scommessa vinta per l’Amiata e una dimostrazione di come cooperazione e collaborazione tra le realtà territoriali dell’Amiata Grossetana più sensibili alle tematiche sociali (mondo della cooperazione, servizi sociali territoriali e aziende agricole), sono possibili.”